Conferenza sull’oro giallo del diavolo,
luoghi e storia
dello zolfo in Sicilia dal 1700 al 1988
Sabato, 24 febbraio 2024, il G.E.S. di Siracusa ha organizzato una conferenza per trattare le condizioni disumane dei minatori e in particolare dei Carusi che lavoravano nelle miniere di zolfo in Sicilia. L’incontro è avvenuto presso la sala conferenza dell’Agriturismo Scrivilleri a Priolo Siracusa. Hanno partecipato circa 80 soci.
Erano presenti anche l’ing. Domenico Richiusa nostro socio onorario, nonché direttore responsabile della società Energean Italy e Paolo Castelli responsabile della manutenzione del Distretto di Siracusa.
Il fiduciario Salvatore Allegri ha iniziato il suo discorso dicendo; “Voglio dedicare questo incontro alla memoria dei nostri nonni, padri, fratelli e lavoratori di qualsiasi mestiere che, nel passato hanno tanto lavorato in condizioni precarie, sacrificando anche la propria vita, per portare un tozzo di pane a mogli, a figli e in alcuni casi a madri, padri o suoceri che vivevano sotto lo stesso tetto, come si usava nelle famiglie patriarcali. Questa sera verrà trattato un argomento che mi sta molto a cuore, perché sono figlio di un ex-minatore: si parlerà delle miniere siciliane di zolfo, e si porrà un’attenzione particolare ai Carusi, bambini che, per fame, venivano venduti dai genitori ai picconieri che li costringevano a lavorare come schiavi in condizioni disumane.”
![]() ![]() |
“La storia delle miniere di zolfo siciliane dal 1800 al
1988” - Angela Gullì
“Che cos’è lo zolfo e a cosa serve” - Serena La Ferla
“L’organizzazione delle miniere” - Luisa Ferla
“Chi erano i Carusi” - Lucia Fazzina
La socia Cucuzza Giuseppina ha letto un Poemetto dal titolo ”Ero uno degli innumerevoli Carusi,” scritto dalla poetessa Anna Eleonora Cancelliere, dedicato a suo padre e a suo nonno, ex minatori.
Il fiduciario Salvatore ha chiarito il vero motivo della
canzone popolare “Vitti na crozza” che non è una canzone allegra, ma è una
canzone molto triste perché dedicata a chi è morto in miniera senza ricevere
neanche il rintocco di una campana, perché la chiesa, in quel tempo, riteneva
la miniera un luogo del diavolo.
A fine presentazione degli argomenti trattati, il fiduciario
ha concluso con queste parole: “Il riscatto e la rinascita di una terra passano
attraverso il ricordo, la memoria, l’apprendimento di lezioni e l’operosità
cosciente, dignitosa e legale. Il sudore, i sacrifici e la morte di tanti
minatori e in particolare dei Carusi, usati, maltrattati, vessati e abusati,
possano essere, idealmente, il nutrimento di ogni speranza economica e sociale.
Ecco perché “dobbiamo” conservarne intatta la memoria, perché la perdita della
vita di tanti minatori e Carusi che hanno contribuito al benessere del nostro
paese, non sia una perdita qualsiasi, ma una perdita che spero possa
contribuire al risveglio culturale, sociale, storico della nostra martoriata e
sfruttata Sicilia.”
La socia Zappulla Elvira ha letto “la preghiera dei minatori
dedicata a S. Barbara”
Sono intervenuti l’ing. Domenico Richiusa, il socio Rinaldi
Filippo, la socia Campana Gianna e il socio Gazzè Rodolfo. Il nuovo socio ing.
Munno Pasquale è intervenuto per anticipare la conferenza che terremo a breve
sulla lavorazione della canapa in Campania.
I soci aggregati, Lucia e Antonio Marino, hanno consegnato al fiduciario una targa ricordo con la scritta: A Salvatore Allegri in qualità di fiduciario del GES, per aver ricordato con impegno e dedizione la memoria dei Carusi, tragica pagina della storia lavorativa siciliana.
La partecipazione di tutti i soci è stata sentita e
appassionata con momenti di grande emozione.
A chiusura della conferenza il fiduciario ha concluso dicendo che, nonostante madre natura ci abbia privilegiati nel donarci un sottosuolo ricco di giacimenti non solo di oro giallo “zolfo”, ma anche di oro bianco “ salgemma” e oro nero “petrolio”, grazie alla poca lungimiranza dei nostri governanti, passati e presenti, la situazione socio economica, cambiata temporaneamente solo in alcune zone, non è riuscita a fare un salto di qualità, costringendo, ancora oggi, molti giovani siciliani a emigrare per cercare lavoro in altri paesi del mondo.
La serata si è conclusa con un’ottima cena, consumata nello
stesso agriturismo, e con una piacevole sorpresa; il gestore del locale,
all’insaputa di tutti, compreso l’interessato, ha offerto una buonissima torta
per festeggiare i 77 anni di Salvatore Allegri