mercoledì 3 settembre 2025

TEATRO FRANCO PARENTI - Stagione 2025-2026


 Scopri la proposta dedicata agli Amici del Teatro Franco Parenti!

Un’occasione speciale per vivere il teatro da vicino, con vantaggi riservati a che condivide il nostro impegno per la cultura.

Abbonamenti flessibili, prezzi agevolati e tutta la libertà di scegliere quando e quali spettacoli vedere.

Una serie di formule pensate per accompagnarti durante l’intera stagione teatrale.

 ABBONAMENTO LIBERO - 6 Spettacoli

108 euro (18 euro a spettacolo)

Nominale - Settore B

 DI COPPIA - 12 spettacoli

216 euro (18 euro a spettacolo)

Nominale – Settore B

 ABBONAMENTO LIBERO – 10 spettacoli

150 euro (15 euro a spettacolo)

Nominale – Settore B

 DI COPPIA - 20 spettacoli

300 euro (15 euro a spettacolo)

Nominale – Settore B

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 CARD DA 4 e 8 INGRESSI

Da usare quando vuoi e con chi vuoi

CARD 4 INGRESSI

80 euro (20 euro a spettacolo)

Settore B

 CARD 8 INGRESSI

160 euro (20 euro a spettacolo)

Settore B

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI presso la Segreteria di ForeverEdison – GES Gruppo Edison Seniores - al n. 02 62228641 – mail: daniela.segalina@edison.it

 STAGIONE 2025 - 2026

CLASSICO

 Dal 7 ottobre al 2 novembre | Sala Grande

LA REGINETTA DI LEENANE di Martin McDonagh traduzione italiana Marta Gilmore con Ambra Angiolini, Ivana Monti, Stefano Annoni, Edoardo Rivoira, regia Raphael Tobia Vogel

Un thriller psicologico interpretato da Ambra Angiolini e Ivana Monti e diretto da Raphael Tobia Vogel, dal testo di Martin McDonagh, maestro del teatro contemporaneo e del grottesco, noto per il suo stile crudo, ironico e spietatamente realistico. Acclamato a teatro per La trilogia di Leenane e al cinema per i film Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Gli spiriti dell’isola e In Bruges, l’autore è considerato uno dei più brillanti di oggi, capace di intrecciare un umorismo nero a un’acuta critica sociale. In scena un racconto crudele sulla famiglia e la solitudine, su un legame, quello tra madre e figlia, avvelenato dall’odio, segnato da un conflitto incessante dove rancore e dipendenza s’intrecciano in un gioco perverso di potere e frustrazione. Due attrici straordinarie. Un regista affilato. Un autore che non perdona. La madre sembra fare di tutto per sabotare la felicità della figlia, vincolandola a sé con sottili manipolazioni e stratagemmi meschini. Ma è davvero solo colpa sua se la vita non ha riservato grandi opportunità alla figlia? Nessuna delle due è un mostro, nessuna è completamente innocente. Sono solo due anime in lotta, ognuna aggrappata con ferocia alla propria disperazione. Le due donne sono al centro di una danza crudele in cui i ruoli di vittima e carnefice s’invertono di continuo. Chi sta davvero vincendo questa guerra? A dirigere le due attrici in questa sfida emotiva e attoriale di grande intensità, Raphael Tobia Vogel, già regista di Per Strada, Buon anno, ragazzi! Marjorie Prime e dei due recenti successi molto apprezzati da pubblico e critica: Costellazioni e Scene da un matrimonio. Spettacolo consigliato ai maggiori di 14 anni.

Dal 4 al 9 novembre | Sala Grande

L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO di Oscar Wilde, traduzione Masolino D’Amico, regia Geppy Gleijeses con Lucia Poli, Giorgio Lupano, Maria Alberta Navello, Luigi Tabita e con Giulia Paoletti, Bruno Crucitti, Gloria Sapio, Riccardo Feola

Chi siamo davvero se non il personaggio che meglio sappiamo interpretare? In elegante equilibrio tra leggerezza e profondità, Geppy Gleijeses riporta in scena il capolavoro di Wilde, cogliendo con acuta sensibilità l’ironia sottile e il meccanismo infallibile della "commedia perfetta". Un ritratto brillante e irriverente di una società che si riflette, spesso inconsapevole, nelle proprie ipocrisie. A più di un secolo dal suo debutto nel 1895 a Londra, il testo conserva intatta la sua vivacità e la sua sottile carica corrosiva. Con la sua inconfondibile presenza scenica, Lucia Poli dà vita a una Lady Bracknell imponente e irresistibile, perfetta nel restituire – con affilata ironia – le contraddizioni di un mondo ossessionato dalle apparenze. E così prende corpo il gioco irresistibile dello scrittore: quell’universo raffinato e suggestivo di identità fasulle, verità taciute e battute fulminanti che continua a parlarci con sorprendente freschezza.

Dal 18 al 23 novembre | Sala Grande

LA PRINCIPESSA DI LAMPEDUSA di Ruggero Cappuccio, diretto e interpretato da Sonia Bergamasco

Prima del principe di Lampedusa, c’è una principessa. Al centro del mondo che ha ispirato le magnifiche pagine de Il Gattopardo c’è Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò, madre di Tomasi di Lampedusa: bella, coltissima, straordinaria pianista, disinvolta nell’uso di tre lingue straniere. Ruggero Cappuccio ne restituisce la modernità, il carisma e il coraggio in un monologo onirico interpretato e diretto dall’attrice e musicista Sonia Bergamasco. In una Palermo devastata dai bombardamenti alleati del '43, la principessa, morta ma ancora cosciente e sola, dialoga con i fantasmi della sua vita – amori, fallimenti, desideri – che tornano a lei con incarnazioni sensualissime, comiche, mille trame di vite corporee dense di eros e di segreti. Beatrice sogna, danza con le parole e infine invita alla bellezza, alla libertà, alla vita, con un ultimo ballo sotto le bombe. Una partitura emotiva che esplora l’identità femminile, la solitudine e la forza dei legami. Un concerto di emozioni in cui esplode il vitalismo di un’anima sublime.

Dall'11 dicembre al 4 gennaio | Sala Blu

LEZIONE D’AMORE – Sinfonia di un incontro - uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini

Dieci "movimenti" che scandiscono una lezione d’amore. Milena Vukotic, icona di rara grazia, intelligenza e ironia, interpreta Madame A., insegnante di pianoforte, un tempo grande musicista che incontra il Giovane Svogliato, fragile, inquieto, ma profondamente vivo e in cerca di un senso, come davanti a un foglio bianco. Tra loro nasce qualcosa che sfugge alle definizioni: non è solo una lezione di musica, è un incontro generazionale, un passaggio di testimone, una lenta e potente educazione sentimentale. Un terzo sguardo – il narratore, Andrea Soffiantini – guida lo spettatore in questa danza fatta di note, silenzi e memorie. Un atto teatrale intimo e universale sull’importanza della cura e sulla possibilità che un incontro autentico possa davvero cambiarci. Shammah scrive e dirige una lezione d’amore che stiamo tutti, ancora, cercando d’imparare. Nel frattempo, proviamo ad ascoltarne la sinfonia.

Dal 27 dicembre al 4 gennaio | Sala Grande

PIRANDELLO PULP di Edoardo Erba regia Gioele Dix con Massimo Dapporto e Fabio Troiano

Un irriverente atto d’amore per Pirandello. Una sfida metateatrale che trasforma Il giuoco delle parti in un gioco di potere tra un regista razionale e senza filtri e un insolito tecnico, imprevedibile e “filosofo per caso”. Edoardo Erba fonde l’universo pirandelliano con l’estetica pulp, in un testo brillante e provocatorio che indaga il confine tra rappresentazione e verità. La regia di Gioele Dix, dissacrante e intelligente, accompagna lo spettatore in un racconto teso e sorprendente, dove un parcheggio di periferia diventa palcoscenico di rivelazioni che ribaltano la prospettiva e dove il gioco di ruoli si fa sempre più scivoloso, sino a un finale inatteso. Comicità irresistibile che cela un enigma antropologico e contemporaneo. Non una parodia, ma una critica umoristica che esalta la complessità pirandelliana. Avvenire Una regia felicissima che dirige con intelligenza due interpreti in stato di grazia. Una commedia esilarante, capace di coniugare leggerezza ed eleganza. Artists and Bands.

 Dall'8 all'11 gennaio | Sala Grande

L'ILLUSIONE CONIUGALE di Éric Assous traduzione Giulia Serafini, regia, ideazione scenica e disegno luci Stefano Artissunch con Attilio Fontana, Rosita Celentano, Stefano Artissunch

Tra dialoghi taglienti e colpi di scena, una commedia brillante sull’incomunicabilità nelle relazioni. In una lussuosa residenza estiva, la crisi coniugale di Giovanna e Massimo si dipana tra ironia e tensione. Dopo una serata mondana, i due si rivelano tradimenti e bugie innescando un gioco di accuse che coinvolge anche Claudio, amico e presunto amante. Éric Assous mette a nudo la vulnerabilità e la disperazione dei protagonisti mentre cercano di trovare un equilibrio tra verità e perdono. E rivela il loro bisogno urgente di essere ascoltati, compresi e riconosciuti l'uno dall'altro. Più volte Premio Molière per la miglior commedia e noto in patria come l’autore più prolifi co del "théâtre privé", il drammaturgo esplora la complessità delle relazioni umane con umorismo, profondità e una buona dose di cinismo. Un testo formidabile supportato da un’interpretazione sbalorditiva di Rosita Celentano, sul palco con altri due strepitosi interpreti

Dal 20 al 25 gennaio | Sala Grande

IL MEDICO DEI PAZZI di Eduardo Scarpetta adattamento e regia Leo Muscato,  con Gianfelice Imparato e cast in via di definizione

 Benvenuti alla Pensione Stella, il manicomio più esilarante del teatro italiano! A cent’anni dalla morte del grande commediografo Eduardo Scarpetta, Leo Muscato riporta in scena la maschera immortale di Sciosciammocca. ’O miedeco d’e pazze, scritta nel 1908, si rinnova in una brillante versione ambientata nella Napoli esplosiva degli anni ’70 e ’80. Don Felice, ricco e ingenuo proprietario terriero, sbarca nel capoluogo campano convinto di visitare il manicomio diretto dal nipote Ciccillo, a cui ha pagato gli studi per anni. Lo sciagurato però, quei soldi non li ha spesi per studiare psichiatria ma per fare la bella vita e giocare d’azzardo! Colto alla sprovvista dalla visita dello zio, improvvisa una messa in scena colossale: trasforma la Pensione Stella, dove vive, in un rispettabile istituto psichiatrico e i suoi eccentrici ospiti in pazienti, generando un vortice di malintesi e situazioni paradossali. Tra pantaloni a zampa, occhialoni e la colonna sonora di un’epoca indimenticabile, prendono nuova vita quelle scene iconiche, ormai memoria collettiva del teatro napoletano.

dal 10 al 15 febbraio | Sala Grande

LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA di Tennessee Williams traduzione Monica Capuani, regia Leonardo Lidi con Valentina Picello, Fausto Cabra, Orietta Notari, Nicola Pannelli, Giuliana Vigogna, Giordano Agrusta, Riccardo Micheletti, Greta Petronillo, Nicolò Tomassini

Sotto la lente di Williams, la famiglia è campo di battaglia, la casa una trappola. Una festa di compleanno che diventa resa dei conti, un patriarca malato, i figli in lotta per l’eredità e una moglie disposta a mentire pur di non perdere tutto. La gatta sul tetto che scotta è un testo rabbioso, intriso di morte, ma morte dei sentimenti, delle illusioni. Dentro una scenografia bianca e marmorea, tomba di e della famiglia, si consuma il dramma crudo e irriverente che valse il secondo Pulitzer al grande drammaturgo. In questa regia di Leonardo Lidi, il testo è più nudo e contemporaneo che mai e ritrova la sua scomoda verità: non un melodramma ma un "ridicolo presepe vivente" – come lo definiva lo stesso autore – in cui ogni ruolo sociale è una gabbia. Uno spettacolo carico di una tensione emotiva che non esplode mai e, proprio per questo, toglie il fiato.

Dal 17 al 22 febbraio | Sala Grande

VIDEO CLUB. Non aprire quella mail di Sébastien Thiéry versione italiana di Gianluca Ramazzotti e David Conati regia Marcello Cotugno, con Gianluca Ramazzotti, Elena Arvigo e Camilla Ferrara

 Ironia e suspense per una storia d'amore ai tempi dell'iperconnessione. Una coppia di successo, intrappolata nella monotonia e nel silenzio emotivo, si trova all’improvviso in una condizione surreale: scopre di essere ripresa da una misteriosa webcam nascosta in cucina. Di formidabile attualità – secondo Le Monde – il testo di Thiéry, finalista al Premio Molière, indaga con taglio brillante e toccante i confini dell’intimità e i paradossi della privacy, osservandoli con lente antropologica. Una regia al confine tra realismo e astrazione, una scena simbolica e una colonna sonora evocativa accompagnano gli attori in un crescendo emotivo tra rivelazioni, fragilità e desiderio. Gianluca Ramazzotti ed Elena Arvigo (già Premio alle Maschere del teatro come "attrice italiana per il miglior monologo") trascinano il pubblico nella quotidianità dei protagonisti, per una riflessione profonda su un mondo dove tutti abbiamo l’impressione di essere osservati. Una riflessione che non rinuncia al divertimento.

Dal 17 al 22 marzo | Sala Grande

IL GABBIANO di Anton Cechov, traduzione Danilo Macrì regia Filippo Dini con Giuliana De Sio, Filippo Dini e cast in via di definizione

L’opera più lirica di Anton Cechov, un crudele esperimento sull’umanità dove l’amore è illusione e i sogni evaporano. La storia è nota: un gruppo di persone si riunisce in riva a un lago nel tentativo di fuggire al grigiore del proprio destino, cercando invano di convivere. Ognuna ama chi non la ricambia, ogni legame è una frustrazione annunciata. Il gabbiano, che dall’alto li osserva, finirà abbattuto, come le loro esistenze. Giuliana De Sio e Filippo Dini guidano un cast immerso in un’atmosfera decadente, in questa commedia senza salvezza, un affresco di anime stanche inchiodate alle proprie certezze, mentre fuori tutto è già cambiato. L’immortalità di questo testo e la sua bruciante contemporaneità stanno proprio nella descrizione di una "umanità alla fine", una società sull’orlo del baratro. (…) Come può accadere che le nostre migliori energie, i nostri più luminosi talenti, il nostro amore più appassionato, possano essere tutti stravolti e corrotti? F. Dini

Dal 17 al 22 marzo | Sala Blu

NON SI FA COSÌ di Audrey Schebat, regia Francesco Zecca con Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace

Una sola notte per lasciarsi o per amarsi di nuovo. In scena una commedia dolceamara sui fragili equilibri della vita di coppia. Francesca, pianista affermata, rientra inaspettatamente da un viaggio e coglie il marito Giulio, psicoanalista disilluso, sul punto di togliersi la vita. Il gesto estremo, un tentato addio senza parole né biglietti, dà il via a una notte di confronto tra i due. Superando silenzi, mutue incomprensioni e una cronica incapacità di comunicare, i due tracceranno un bilancio delle rispettive esistenze riflettendo sulle (non) scelte, sulle proprie aspirazioni, delusioni e disillusioni. Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace sono gli interpreti di questo testo di Audrey Schebat che, tra rabbia e umorismo, scuote con una forza insolita i suoi personaggi, divertendo ed emozionando il pubblico. Ci nascondiamo ogni giorno dietro le nostre routine, aggrappati ai nostri lavori più o meno soddisfacenti, alla ricerca di quei successi tanto agognati ma che, da motore delle nostre esistenze, sono diventati trappole per le nostre anime. F. Zecca

Dal 14 al 26 aprile | Sala Grande

LA STORIA liberamente ispirato a La Storia di Elsa Morante (ed. Einaudi), drammaturgia Marco Archetti, regia Fausto Cabra con Franca Penone, Alberto Onofrietti, Francesco Sferrazza

La vita nonostante tutto. Un’opera monumentale del Novecento europeo prende corpo in scena, seguendo le traiettorie di Iduzza, dei suoi figli Nino e Useppe e dei numerosi personaggi che danzano intorno a loro. Un corale e commovente intreccio di destini in lotta con gli ingranaggi spesso incomprensibili della Storia con la S maiuscola. Su una drammaturgia serrata e affascinante, capace di restituire appieno la forza e la vertiginosa attualità dell’opera, lo spettacolo affonda nella complessa e umanissima materia del romanzo, sviluppando un "tempo di guerra" e un "tempo di pace". E rivendica, grazie alla regia di Fausto Cabra – artista residente del Parenti – quella sorprendente vitalità dell’opera, venata di comicità e leggerezza. Un'occasione di catarsi collettiva rispetto a una tragedia comune, quella della guerra, che è parte costitutiva della nostra Storia.

Dal 28 aprile al 3 maggio | Sala Grande

FURORE dal romanzo di John Steinbeck, adattamento Emanuele Trevi, ideazione e voce Massimo Popolizio

One man show epico e lirico, realista e visionario, sulla più grande migrazione contadina dell’America moderna. Nell’estate del 1936, John Steinbeck parte per una missione: raccontare le condizioni dei braccianti costretti a migrare dal cuore spaccato degli Stati Uniti verso la California. Tre anni dopo scrive Furore, in cui cronaca, politica e umanità si fondono in una narrazione che brucia. Non è solo letteratura: è un grido epico che ha cambiato per sempre il nostro sguardo sulla giustizia sociale, sulla dignità degli sconfitti. La più grande epopea degli ultimi. Massimo Popolizio dà corpo e voce al Narratore steinbeckiano e lo fa con il rigore e la passione di un racconto civile che ancora oggi ci interroga: è possibile restare umani quando tutto intorno frana? Accanto a lui, il percussionista Giovanni Lo Cascio disegna dal vivo un paesaggio sonoro vibrante e tellurico, un controcanto che esalta il senso di giustizia e la passione per la verità del narratore, ma anche la profonda e inesauribile dignità del popolo migrante.

Dal 20 al 31 maggio | Sala Grande

TERZO TEMPO di Lidia Ravera liberamente ispirato all’omonimo romanzo Ed. Bompiani regia Emanuela Giordano con Lucia Vasini, Paolo Hendel, Francesco Brandi e attrice in via di definizione

Dopo i sessanta tutto può succedere. Soprattutto se sei sposato con Costanza. Domenico e Costanza, marito e moglie “separati ma vicini”, affrontano con spirito opposto il passaggio alla grande età: lei, impulsiva e visionaria, vuole trasformarlo nel tempo più prezioso della vita; lui, più posato e ironico, cerca di starle dietro, tra slanci vitali e colpi di scena. In un gioco comico e affettuoso di ribaltamenti, i due mettono in discussione convenzioni, ruoli e certezze, sostenuti da un figlio incredulo e una giovane spettatrice partecipe. Tratta dal romanzo di Lidia Ravera, la commedia è un’esplosione di battute e umanità, dove l’umorismo non banalizza ma illumina. Non la solita storia di una coppia borghese in crisi, ma un inno disarmato e ironico all’arte di invecchiare con desideri intatti e lo sguardo rivolto avanti. A interpretare questa coppia affatto convenzionale, due fuoriclasse del teatro comico italiano, Lucia Vasini e Paolo Hendel, qui diretti da Emanuela Giordano.

  CON ALTRI OCCHI

Dal 22 settembre al 26 ottobre e dall'8 gennaio al 1° marzo – Sala A2A

CHI COME ME di Roy Chen adattamento, regia e costumi Andrée Ruth Shammah, traduzione dall’ebraico Shulim Vogelmann con in o.a. Sara Bertelà, Fausto Cabra / Giovanni Crippa / Paolo Briguglia, Silvia Giulia Mendola, Pietro Micci e con Amy Boda, Federico De Giacomo, Roberta Filannino, Daniele Santoro, Alia Stegani

Torna in scena l’ultimo grande successo di Andrée Shammah, uno spettacolo che ha stregato oltre 15.000 spettatori immergendoli in una profonda e toccante esperienza umana testimoniata dagli innumerevoli messaggi ricevuti da adolescenti, genitori, psicologi e giovani in cura. Cinque giovani attori, sorprendenti per maturità espressiva, interpretano un gruppo di adolescenti ricoverati in un centro di salute mentale. Isolati, fragili, ma attraversati da un urgente e comune bisogno di vivere, trovano nelle lezioni di teatro con l'insegnante Dorit un varco verso sé stessi. Il teatro diventa così cura, gioco, salvezza. Una storia vera, ispirata alla reale esperienza dell'autore Roy Chen, diretta con grazia e forza emotiva da Shammah. Una lezione di vita, rara da trovare. Che funambolica camminata si percorre con questo spettacolo, in equilibrio sopra la follia, accettandola come parte di sé per cui provare compassione, come un momento di crescita.

Dal 28 ottobre al 9 novembre | Sala A2A

ANNA CAPPELLI di Annibale Ruccello, regia Claudio Tolcachir con Valentina Picello

Tra umorismo caustico e rabbia, gioiello del visionario drammaturgo Annibale Ruccello, uno degli autori più incisivi del teatro napoletano. Un viaggio nell'abisso dell'anima, quella di una donna che vive paure e fragilità mentre lotta per ritagliarsi uno spazio in un mondo che la giudica e la limita. Una pièce che è riflesso della condizione umana, in bilico tra il desiderio di autodeterminazione e l'assenza risorse per realizzarlo. A mettere in scena questa raffinata commistione di sottile ironia e tragicità, Claudio Tolcachir, regista argentino sensibile e innovativo. Una gemma teatrale sul corpo di un’attrice unica, la pluripremiata Valentina Picello, che inventa e diventa, con rigorosa intensità e consapevole espressività, un personaggio inconsueto, pieno di contraddizioni, commovente e imbarazzante allo stesso tempo. Una donna che potremmo conoscere, incrociare, essere lei, così tempestosamente umana e impotente da prendere decisioni estreme.

Dall'11 novembre al 7 dicembre | Sala Blu

UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO di Tennessee Williams, traduzione di Paolo Bertonetti, regia Luigi Siracusa con (in o.a.) Stefano Annoni, Sara Bertelà, Silvia Giulia Mendola, Pietro Micci

Un dramma incandescente del maestro della drammaturgia americana che, per la prima volta, costrinse l’America a guardarsi allo specchio rispetto a tabù quali omosessualità, sesso, disagio mentale, famiglia come luogo malsano, maschilismo e violenza domestica. La vicenda di Blanche, Stella, Stanley e Mitch si concentra in un universo ristretto e teso, dove il mondo esterno è solo un’eco lontana e la verità è solo intravista. Nello spazio angusto di un bilocale, assistiamo al precipizio umano di Blanche DuBois e al suo crollo psicologico, mentre la vita intorno a lei scorre indifferente. Essenziale e ravvicinata, la messa in scena del giovane regista Luigi Siracusa, mette al centro le relazioni tra i quattro protagonisti, osservati attraverso le fessure di una persiana, ripetuta, moltiplicata, dalla quale indagare ed essere indagati. Un classico che oggi più che mai riesce a dar voce alla nostra fragilità e al disperato tentativo di sembrare integri mentre, dentro, tutto si sgretola.

Dal 14 al 23 novembre | Sala A2A

SCHEGGE DI MEMORIA DISORDINATA A INCHIOSTRO POLICROMO uno spettacolo di Fausto Cabra, testo Gianni Forte, con Raffaele Esposito, Anna Gualdo, Elena Gigliotti

 Uno spettacolo potente, disturbante e stimolante. Un'indagine sulla natura poliedrica della mente che prova a smascherare il falso mito, ormai imperante, dell’essere sé stessi. Scritta da Gianni Forte (Compagnia Ricci/ Forte), la pièce trae ispirazione dal caso che scosse profondamente l’America degli anni '70. Billy Milligan, riconosciuto colpevole di aver rapito e violentato tre ragazze, fu assolto per infermità mentale perché affetto da disturbo di personalità multipla: in lui ne coabitavano addirittura ventiquattro. Un lavoro – per il regista Fausto Cabra – dal forte valore politico, che riflette sulla fragilità dell’identità attraverso una messa in scena in cui verità e finzione si confondono continuamente. In un’epoca in cui ci si auto-ingozza di certezze e semplificazioni lo spettacolo è un invito a convivere con le sfumature e con la complessità e a riconoscere la contraddizione e la molteplicità come dimensioni del nostro essere. Straordinariamente intenso Raffaele Esposito, spietato e dolcissimo al tempo stesso.

Dal 25 al 30 novembre | Sala Grande

PRIMA FACIE di Suzie Miller, traduzione italiana Margherita Mauro, con Melissa Vettore regia e disegno luci Daniele Finzi Pasca

Può il rigore della legge convivere con la complessità delle esperienze umane? Con linguaggio incalzante, musicale e sorprendente, questo monologo scritto dalla drammaturga australiana Suzie Miller segue le vicende di Tessa, avvocata penalista, spesso impegnata in casi di violenza sessuale. Brillante e sicura di sé, la protagonista viene sconvolta da un evento traumatico, che la obbliga a uno sguardo critico profondo sul senso più autentico della giustizia. La regia di Daniele Finzi Pasca e l’interpretazione di Melissa Vettore restituiscono con delicatezza e forza la potenza emotiva di un racconto che mette in discussione i meccanismi della legge. Vincitore di prestigiosi premi e tradotto in oltre venti lingue, il testo ha acceso un importante dibattito globale sui limiti del sistema giudiziario e ha influenzato le modifiche legislative del Regno Unito in tema di diritti legali per le vittime di reati sessuali, costrette troppo spesso a subire un sistema plasmato da leggi promulgate da uomini.

Dal 9 al 14 dicembre | Sala Grande

IL GOLEM di Juan Mayorga – traduzione Pino Tierno, regia Jacopo Gassmann, con Elena Bucci, Monica Piseddu e attore in via di definizione

Le parole possono guarire. O corrompere, se non distruggere. Juan Mayorga, uno dei maggiori drammaturghi spagnoli contemporanei, interroga con implacabile lucidità la crisi del linguaggio. Attraverso la leggendaria fi gura del Golem, simbolo di creazione e distruzione, esplora il confine tra reale e fantastico... per svelare il pericolo silenzioso che s'insinua in noi quando perdiamo di vista il potere delle parole. Felicia, nel tentativo di salvare il marito, accetta un patto inquietante: imparare ogni giorno tre parole nuove. Ma questo rituale, invece di salvarla, la trasforma, disegnandone una nuova personalità, quella di un leader rivoluzionario del passato. Le parole diventano così materia ambigua, capace di riscrivere l'identità dei protagonisti fi no a dissolverla. Con una regia visionaria, Jacopo Gassmann amplifica il senso di smarrimento dei personaggi e dello spettatore, rendendo questo thriller sociale uno spettacolo disturbante, avvincente, necessario.

Dal 19 dicembre al 4 gennaio | Sala A2A

COME DIVENTARE RICCHI E FAMOSI DA UN MOMENTO ALL’ALTRO testo e regia Emanuele Aldrovandi, con Serena De Siena, Tomas Leardini, Luca Mammoli, Silvia Valsesia

Fin dove siamo disposti a spingerci pur di sottrarre chi amiamo dal peso di una sconfitta? In questa commedia grottesca firmata da Emanuele Aldrovandi, una madre spinge la propria ossessione oltre ogni limite pur di garantire alla figlia di sei anni un futuro di gloria artistica. Il racconto di Ferdinando, compagno riluttante e voce narrante, è un viaggio tra ricordo e allucinazione, che svela le crepe profonde di una società che confonde l'amore con il controllo e il successo con la felicità. Tra delirio e tenerezza, lo spettacolo mette a nudo la paura del fallimento e il desiderio di evitarlo a chi amiamo. È un ritratto agrodolce della nostra incapacità di accettare la frustrazione come parte inevitabile del vivere, di quel rapporto talvolta estremo e distruttivo che abbiamo instaurato tra felicità e realizzazione personale. Una parabola grottesca che, con il suo stile tagliente e feroce, esplora la nostra fame insaziabile di felicità e successo, finendo per rivelare la più tragica delle fragilità: quella dell’amore che si trasforma in ossessione.

 Dal 13 al 18 gennaio | Sala Blu

STABAT MATER di Antonio Tarantino, adattamento di Stella Savino e Fabrizia Sacchi, regia Luca Guadagnino e Stella Savino, con Fabrizia Sacchi e con Emma Fasano

 Un monologo intenso e straziante, ma anche dolorosamente comico ispirato al celebre testo di Antonio Tarantino, per la prima regia teatrale di Luca Guadagnino accanto a Stella Savino. Maria Croce è una donna sola, emigrata dal Sud a Torino, che urla, vomita al mondo – e soprattutto all’amore della sua vita, "Giuvà" – la sua disperazione, come una Maria di Nazareth ai piedi della croce. E lo fa nel suo dialetto, il napoletano, con una divertente e agghiacciante litania che non risparmia nessuno: tutti sono coinvolti nel mistero della sua vita. Il muro di parole con cui la donna ci investe si fa preghiera di eternità e di redenzione per sé, per suo fi lio in carcere e per tutto il presepio di personaggi dannati a cui si rivolge. Tarantino, con la sua scrittura teatrale e antiteatrale allo stesso tempo, politicamente scorretta, spesso sgradevole, incontinente, ci consegna un monologo feroce e lirico che vede nel ruolo di Maria Croce, una magistrale Fabrizia Sacchi, dolorosamente autentica.

 Dal 14 al 18 gennaio | Sala Grande

DEI FIGLI - Terzo capitolo della trilogia. In nome del padre, della madre, dei fi gli uno spettacolo di Mario Perrotta, consulenza alla drammaturgia Massimo Recalcati, con Luigi Bignone, Dalila Cozzolino, Matteo Ippolito, Mario Perrotta e in video Arturo Cirillo, Alessandro Mor, Marta Pizzigallo, Paola Roscioli, Maria Grazia Solano e in audio Saverio La Ruina, Marica Nicolai

Cronicamente figli. Di eterni genitori. Quest’ultimo capitolo della trilogia di Perrotta dedicata ai ruoli familiari è un’opera corale che indaga, con ironia e ferocia, la generazione dei "figli sine die", quei giovani-adulti "senza lotta, né resistenza", incapaci di emanciparsi dal ruolo di fi gli. Come in una sit-com amara e grottesca, quattro individui stanziano in una casa come vite in transito. Sono eterni adolescenti, incagliati tra sogni irrealizzati e un'indipendenza ipocrita dai genitori. Tutti rigorosamente in «vestaglia», agli arresti domiciliari della vita, dialogano in interminabili videochiamate con i loro cari. Un dialogo a distanza, esilarante e tristissimo al tempo stesso, che somma debolezza a debolezza, comodità a pigrizie emotive. In scena tredici personaggi per altrettanti disagi, anime cadute in un limbo senza via d’uscita. Perrotta costruisce un teatro che non consola, ma interroga. E non assolve nessuno.

Dal 24 febbraio al 1° marzo | Sala Grande

L'UOMO DEI SOGNI scritto e diretto da Giampiero Rappa con Lisa Galantini, Elisabetta Mazzullo, Nicola Pannelli, Giampiero Rappa

Una commedia divertente e surreale che sfida l'incubo della vita reale. Joe Black, fumettista di grande talento ed esperienza, travolto da un evento traumatico precipita in un abisso interiore ritirandosi dal mondo nella solitudine della sua casa. Ogni notte, il suo covo si anima di incubi che sembrano reali: gli eroi che aveva scartato dai suoi fumetti, gli amici e i familiari della vita quotidiana lo tormentano incessantemente, creando un vortice di illusioni e realtà. Questi personaggi mutano sembianze, cambiano voce, si travestono, ma l'obiettivo rimane immutato: risvegliare Giovanni dall'incubo della sua vita reale, fatto di rassegnazione e di rinuncia a vivere, la peggiore delle condanne che un uomo possa autoimporsi. Dialoghi taglienti, apparizioni grottesche e tenerezze represse, per una commedia che trascina lo spettatore sulla linea sottile che separa i sogni dalla realtà e l’amore dall’ossessione, in una società dove il successo conta più della felicità. Riuscirà Joe a emergere dal baratro della depressione e a fare pace con i suoi demoni interiori?

Dal 24 febbraio al 15 marzo | Sala Blu

MARIA STUARDA di Nicoletta Verna, progetto ideato da Andrée Ruth Shammah, regia Claudia Grassi con Marina Rocco, e Marina Notaro al sassofono

Il corpo come campo di battaglia, la parola come atto di resistenza. Uno spettacolo commovente e profondo tratto dal primo testo teatrale di Nicoletta Verna, scrittrice de I giorni di vetro (2024), successo letterario candidato al Premio Strega. È la storia di una donna che, negli anni '40, trova la forza di ribellarsi a un’esistenza segnata da violenze e umiliazioni, quelle di un marito ossessivo e di un datore di lavoro predatore. In scena la protagonista Maria Stuarda, interpretata da Marina Rocco, ripercorre con lucidità e dolore il proprio cammino verso la consapevolezza, smascherando le forme sottili e devastanti della violenza psicologica e fisica. Ma il racconto non resta ancorato al passato: ci porta nel presente, in un’aula di tribunale, dove un processo per stupro rivela quanto i pregiudizi contro le vittime siano profondamente radicati. Un monologo intenso – accompagnato dal vivo dalla musica evocativa della sassofonista Marina Notaro – che intreccia memoria e attualità, intimità e denuncia.

Dal 24 al 29 marzo – Sala Grande

DITEGLI SEMPRE DI SÌ di Eduardo De Filippo, regia Domenico Pinelli, con Mario Autore, Anna Ferraioli Ravel, Domenico Pinelli e con Gianluca Cangiano, Mario Cangiano, Luigi Leone, Antonio Mirabella, Laura Pagliara, Vittorio Passaro, Lucienne Perreca, Silvia Salvadori, Elena Starace

Quella sottile linea che separa normalità e follia. Tra le opere meno note di Eduardo, Ditegli sempre di sì è una commedia vivace e sorprendente, sospesa tra comicità farsesca e riflessione amara. È la storia di Michele Murri, un uomo appena dimesso dal manicomio, cortese, lucido, metodico… forse troppo. Confonde i desideri con la realtà, prende tutto alla lettera, ignora l’ironia, esaspera la logica fino all’assurdo: la sua follia non esplode, s'insinua. Tornato a casa della sorella, Michele si ritrova in un mondo dove la normalità è più sgangherata della sua mente ordinata. Tra fraintendimenti e verità senza filtro, Eduardo rovescia la prospettiva: chi è davvero il pazzo? E cos’è, in fondo, la realtà? Diretto da una regia sapiente e sensibile, il cast, giovane ma di sorprendente maturità, onora con delicatezza e precisione il testo, restituendo tutta la profondità e comicità di un’opera in cui, dietro ogni risata, si nasconde un'ombra.

Dall’8 al 12 aprile | Sala Grande

STANZA CON COMPOSITORE, DONNE, STRUMENTI MUSICALI, RAGAZZO dramma in tre atti di Fabrizia Ramondino, regia e scene Mario Martone con la collaborazione di Ippolita di Majo, con Lino Musella, Iaia Forte, Tania Garribba, Totò Onnis, India Santella, Matteo De Luca

Teatro e musica per la sinfonia di un’anima a pezzi. In una stanza, campo di battaglia affettiva, un compositore in canottiera e pantaloncini – incarnato da un folgorante e caustico Lino Musella – si aggira come un Prospero decadente tra strumenti musicali, memorie e rancori. E dialoga con i fantasmi della sua vita trasformati in archi: la madre instabile-violino, la moglie semi anaffettiva-viola, la sfarfalleggiante figlia-violoncello, l’amico-contrabbasso. Il testo, inedito e visionario, riflette lo stile inconfondibile di Fabrizia Ramondino, autrice napoletana che dopo Morte di un matematico napoletano, ha portato nel teatro la sua scrittura colta, complessa e profondamente politica. Mario Martone, regista e suo complice storico, firma una regia essenziale creando una "camera d’ascolto" del ricordo per un viaggio profondo nella solitudine contemporanea. Una sonata interiore capace di rappresentare la vita, la memoria e il tempo che passa, travolgendo il pubblico con forza e poesia

Dal 13 al 31 maggio – Sala A2A

AMEN di Massimo Recalcati, drammaturgia e regia Claudio Autelli, con in o.a. Tommaso Allione, Andrea David, Caterina Erba, Gabriele Martini, Giorgia Zatti e cast in via di definizione

Un inno alla vita fragile ma ostinata, primo testo teatrale di Massimo Recalcati. Un ragazzo attraversa una lunga notte in bilico tra sogno e realtà, circondato da frammenti di vita, ricordi, presenze. Accanto a lui, una madre vigile e un soldato venuto da un’altra epoca, che insegna la resistenza come ritmo e respiro. Amen, primo testo teatrale di Massimo Recalcati, è un viaggio interiore che indaga il rapporto tra nascita e morte, tra il bisogno di capire e l’impossibilità di afferrare un senso definitivo. Claudio Autelli firma la regia di uno spettacolo corale, in cui un gruppo di giovani attori dà corpo e voce a immagini, pensieri e memorie del protagonista. La scena si fa archivio di emozioni e vissuti, uno spazio sospeso dove biografi a e riflessione esistenziale s'intrecciano. Un’indagine sulla fragilità dell’essere umano, sul tempo che ci attraversa, sulla ricerca ostinata di un modo per restare. Siamo soli. Non ci sono più padri. Solo figli. Non ci sono più nemmeno le madri. M. Recalcati

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI presso la Segreteria di ForeverEdison – GES Gruppo Edison Seniores - al n. 02 62228641 – mail: daniela.segalina@edison.it